Come il Covid ha cambiato il lavoro delle prostitute

prostitute e covid-1

Quello che è certo è che stiamo vivendo un’epoca assai difficile, e l’uscita da questo lunghissimo tunnel sembra essere ancora lontana purtroppo; tutto è cambiato, tutto segue l’andamento degli eventi, e questi non sono affatto buoni. La pandemia ha segnato a fuoco 2020 e 2021 e si spera che non vada oltre, ma viste le premesse non c’è da essere ottimisti, a maggior ragione se si osserva come nei vari paesi si è affrontata l’emergenza, e quanto abbia perfettamente attecchito sulle masse la politica del terrore.

Non si tratta di essere negazionisti, complottisti, o qualsiasi altra parola che termini in ‘isti’, si tratta solo di constatare che non si potrà più vivere come si faceva prima, e ciò riguarda tutti i settori del vivere quotidiano, dal lavoro agli hobby, dalle relazioni sociali a quelle sessuali. Magarion è questa la sede adatta per aprire un forum sul Covid, anche perché se ne sono fatti già a bizzeffe, però verrebbe la voglia di continuare col tamtam, perché se ne ha davvero abbastanza. Oggi cercheremo di capire come ha influito tutto ciò sull’attività delle prostitute e delle escorts di professione, e di come queste lavoratrici del sesso siano state costrette a cambiare radicalmente il loro modo di lavorare.

Anche le prostitute fanno ‘smart working’

Le cosiddette misure di sicurezza anti-Covid, dalle mascherine, al distanziamento sociale ed al lockdown, senza dimenticare poi i tamponi pcr, il vaccino, ed il tanto sospirato green pass hanno indubbiamente cambiato ogni regola basica della nostra vita, e tutti i settori del vivere quotidiano ne sono stati fortemente danneggiati. Ma come ha reagito il mondo della prostituzione a questa catastrofe? Come si procurano da vivere tutte quelle persone che con il sesso si pagano l’affitto e le spese di sussistenza?

La notizia certa è che prostitute, escorts, transgreders, escorts gay continuano a lavorare, anche perché altrimenti non vivrebbero, ma hanno imparato ad organizzarsi in modo diverso, così come del resto stanno facendo tutti. Contrariamente all’epoca ‘pre-pandemica’, le ‘lavoratrici del sesso’ hanno anche loro abbracciato il mondo della tecnologia, pubblicizzando i propri servizi su internet, montando chat erotiche a pagamento, o iscrivendosi ad uno dei tanti portali di incontri erotici di cui è pieno il web. La prostituzione, sia quella da strada che quella un po’ più ‘di livello’ offerta dalle escorts non può fermarsi, è uno dei settori trainanti di tutta l’economia del paese, ed una volta passata la paura per questa pandemia (come poco a poco sta già succedendo) riprenderà ad essere più viva che mai.

Il mondo della politica usa le prostitute, ma non vuole regolarizzarle

Quello della prostituta sarà pure il ‘mestiere più vecchio del mondo’, un mondo difficile e complicato fatto di disagi e molto spesso di miseria, ma è anche vero che nel corso dei secoli, nonostante i vari tentativi fatti, non si è mai riusciti a ‘regolarizzarlo’ in qualche modo; eppure ci hanno provato in moltissimi tra attivisti, difensori della categoria, e prostitute stesse. Se ciò non è mai avvenuto, cosa invece successa in altri paesi d’Europa che (dispiace dirlo) sono molto più avanti socialmente rispetto all’Italia, un motivo ci sarà pure, perché altrimenti non si spiegherebbe il non voler riconoscere ufficialmente la categoria ed inquadrarla regolarmente anche nel sistema pensionistico.

Basterebbe in effetti pochissimo per organizzare un modello sociale stile ‘quartiere a luci rosse’ di Amsterdam; ogni prostituta avrebbe la sua bella vetrina su strada pagando un regolare affitto, versando contributi, provvedendo a tenere sempre sotto controllo le sue condizioni igienico-sanitarie, lavorando in pratica in condizioni più sicure e meno disastrate. Nulla da fare, l’Italia non si è mostrata ricettiva su questo tema, e poi….in Italia c’è il Vaticano, giusto per non dimenticare.

Fanno più paura le malattie veneree che il Covid

La crisi economica che ha portato questa pandemia come logica conseguenza, anche tenuto conto dello strano modo in cui i governi si sono schierati per fronteggiarla, ha fatto si che tutti i settori dell’economia mondiale abbiano subito grandi perdite, e così è stato anche per le ‘lavoratrici del sesso’. Guadagni addirittura quasi dimezzati, numero di clienti ricevuti in un giorno notevolmente ridotto, misure anti-contagio e controlli, sono le tristi verità che il mondo della prostituzione purtroppo racconta, anche se bisogna dire che sono le prostitute in primis ad averne abbastanza di tutto ciò.

Miriam, una giovane e bellissima accompagnatrice escort di professione a Bologna, confessa che, più del Covid, teme di poter contrarre qualche malattia venerea; ‘la gente si trascura, è sporca, e ci sono moltissime probabilità di prendere altri tipi di malattie come sifilide, gonorrea, vaginite, uretrite, epatite a-b-c-, herpes genitale’, dice la escort bolognese. ‘A cosa serve che vengano da me ad esibirmi il loro green pass o il loro tampone pcr, se poi chiedono quasi tutti il rapporto sprotetto, e non prestano la minima attenzione a quelle che invece dovrebbero essere le norme igieniche più basilari per tutti?’ In effetti risulta difficile rispondere a questa ottima domanda, ma parliamo dell’Italia, quindi tutto è normale.