Si dice che la prostituzione è il lavoro più vecchio del mondo e da tempo immemore ha generato discussioni tra chi difende il lavoro delle donne che lo svolgono, e chi invece le denigra per gli stessi motivi.
Nei paesi nordici si è recentemente stabilito un totale divieto della prostituzione, tuttavia, differentemente da quanto si faceva un tempo quando si punivano unicamente solo le prostitute con grandi multe e, in alcune occasioni il carcere, attualmente il modello nordico propende a sanzionare i clienti che, oltre a multe salate, potranno anche correre il rischio di poter veder minata la loro libertà fino ad un anno.
Tutto ciò contrasta completamente con la posizione che adottano altri paesi come l’Italia dove la prostituzione non solo non è vista di cattivo occhio, ma oltretutto non ha una legislazione espressa che vieti alle donne di promuovere i propri servizi sessuali per strada o anche in pagine web come Mill’erotici.com. Esattamente il contrario succede invece in Islanda, Svezia, Norvegia, Francia Canada, Singapore, Sudafrica, Corea del Sud ed Irlanda del Nord che sono paesi i quali si battono chiaramente per cercare di abolire la prostituzione colpendo direttamente i clienti essendo certi che, una volta ridotta a zero la domanda, l’offerta si estinguerà automaticamente.
Paesi a favore della legalizzazione della prostituzione
Contrariamente esistono paesi che vedono quest’argomento in una forma abbastanza distinta, come Danimarca, Germania e Olanda, dove sembrerebbe ci siano consumazioni gratis affinché le prostitute possano proporsi meglio e più liberamente.
L’idea, secondo quanto sostengono questi paesi stessi, è quella di considerare le donne che si prostituiscono come ‘lavoratrici sessuali’ e pretendono che il sistema le tuteli mediante il regolare pagamento di imposte, come se fossero normali contribuenti qualsiasi. Olanda, Germania e Danimarca, difensori della legalizzazione della prostituzione, sostengono sia impossibile sconfiggere definitivamente questo business e, quindi, la miglior forma di evitare la tratta delle persone sia quella di dare libertà alle donne che desiderino svolgere quest’attività sentendosi però sicure e protette dal proprio Stato.
La proposta italiana, che vuole emulare il modello olandese
Proprio a questo modello proposto da Olanda, Germania e Danimarca, desidera ispirarsi l’Italia, una nazione che attualmente non ha una legislazione specifica per questo tema e che si incontra a metà strada tra le due possibili soluzioni.
Nel paese transalpino la prostituzione non è mal vista, però tuttavia non esiste una regola che impedisca espressamente alle donne di pubblicizzare i loro servizi sessuali in strada o anche in internet. L’offerta di sesso a pagamento per strada è senza dubbio qualcosa che attira l’attenzione di funzionari pubblici che vogliono pulire l’immagine delle loro città riducendo a zero la presenza di queste ragazze di compagnìa dalle strade secondarie.
In Spagna è illegale e non sembra che la cosa possa cambiare subito
Lo stesso succede in Spagna dove addirittura lasciano la patata bollente ai singoli comuni affinché cadauno legiferi con le proprie ordinanze municipali. Questo implica che, in uno stesso paese, esistano città più o meno tolleranti verso la prostituzione e che questa attività si sviluppi più in alcune zone che in altre.
In questo modo, mentre in Spagna si discute se abbracciare il modello nordico o appoggiare quello proposto da Germania, Olanda e Danimarca, in Italia invece il partito di Salvini ha manifestato la volontà di seguire quest’ultimo proponendo una legge che permetta alle prostitute italiane ed a tutte le persone che hanno a che fare con la figura di lavoratore sessuale di equipararsi a qualsiasi altro lavoratore comune. Con ciò sperano ottenere due cose. Da un lato che si riduca notevolmente il potere delle organizzazioni mafiose del settore e la tratta di persone, dall’altro che lo Stato possa trarre beneficio economico da questa attività che muove milioni di euro all’anno in tutto il paese.
La proposta della lega sulla liberalizzazione della prostituzione
Gianfranco Rufa, senatore di partito della Lega Nord, afferma che questa misura migliorerebbe vistosamente l’immagine delle strade, riducendo la presenza di donne nude o vestite di sola biancheria intima che esortavano i viandanti a trascorrere la notte con loro.
Di contro, i criticatori di questa proposta affermano che, se questa venisse approvata, sarebbe un po’ come retrocedere agli anni cinquanta, dove tutta la prostituzione avveniva in case di appuntamento nelle quali, all’interno, venivano commesse tutta una serie di violazioni ai diritti umani delle donne che erano obbligate a fare del sesso per ore ed ore con tutti i tipi di clienti indistintamente, senza neppure pensare per un attimo ai loro diritti. Ironicamente, fuori alle porte d’ingresso di queste case si respirava un’aria totalmente differente, che non lasciava neppure immaginare quello che succedeva all’interno.
Alla fine, tanto se si approva la legge di liberalizzazione totale della prostituzione, tanto se se decide di lasciare le cose come stanno, cioè nell’illegalità totale, il dibattito andrà proseguendo per le strade, con difensori ed accusatori da ambo le parti.